I cittadini europei possono lavorare all’estero liberamente, in qualunque Paese dell’Unione Europea dopo aver affrontato il procedimento per il
riconoscimento dei titoli di studio e professionali. Ecco una guida veloce per far valere i propri titoli in Europa.
Lavorare in Europa con il proprio titoli di studio e professionale
Una persona in possesso di una qualifica professionale rilasciata da un Paese dell’Unione Europea può liberamente lavorare all’estero, in un altro stato dell’UE, esercitando la propria professione senza doversi riabilitare nuovamente. Il Trattato di Maastricht, infatti, riconosce a ogni cittadino europeo il diritto di circolare liberamente nei Paesi dell’Unione, di poter cercare un impiego e di lavorare sia nel settore privato che pubblico.
Ogni Stato membro dell’Unione Europea, tuttavia, adatta regole e sistemi propri per l’accesso alle professioni all’interno del territorio. La libera circolazione di professionisti in Europa è quindi limitata dai differenti regimi adottati da ogni Paese. I percorsi di studio e i sistemi di abilitazione alla professione sono diversi in ogni Stato membro dell’Unione. Insomma, un titolo che può valere in Italia potrebbe non essere riconosciuto in Svezia e viceversa.
Per semplificare il riconoscimento dei titoli professionali e di studio e per operare una sorta di traduzione dei titoli da un Paese all’altro, le istituzioni europee hanno adottato delle norme per il riconoscimento dei titoli di studio e professionali. Lavorare all’estero con la qualifica professionale del proprio Paese è possibile grazie alla Direttiva 2005/36/CE.
Professioni non regolamentate e regolamentate
Le professioni non regolamentate si possono svolgere senza uno specifico titolo di studio. Si tratta, ad esempio, di lavori legati al mondo della pubblicità, della comunicazione, del marketing, della mediazione linguistica (come gli interpreti e i traduttori), e di diversi settori creativi, oltre ad altre professioni.
Per molti lavori non occorre un titolo specifico e i datori di lavoro potranno valutare liberamente se il candidato possiede i requisiti e le competenze per ricoprire il ruolo.
Le professioni regolamentate sono invece quelle per cui serve un titolo, come ad esempio il medico, il dentista, il veterinario, l’infermiere, ecc. Per alcuni lavori serve anche superare alcune prove di abilitazione professionale, questo nel caso di avvocati, commercialisti, fisioterapisti, e molte altre tipologie. La legge consente esclusivamente alle persone qualificate e abilitate di svolgere questo tipo di lavoro.
Professioni a riconoscimento automatico
Alcuni paesi membri dell’UE riconoscono automaticamente alcuni titoli. Si tratta delle professioni a riconoscimento automatico. Riguardano i cittadini qualificati a svolgere una professione nel proprio Stato membro che intendono fare lo stesso lavoro in un altro Stato membro dell’Unione Europea, inclusi Norvegia, Islanda, Liechtenstein, Svizzera. Questo sistema entra in vigore se la qualifica è stata ottenuta in uno dei Paesi membri e se è regolamentata anche nello Stato membro ospitante.
Dove ricevere informazioni per il riconoscimento dei titoli di studio
Il sito della Direzione Generale Mercato Interno contiene l’elenco delle professioni regolamentata dalla Direttiva europea.
Per il riconoscimento del titolo va fatta domanda all’autorità competente del Paese ospitante. I Punti Nazionali di Contatto sono uffici presenti in ogni Paese e forniscono informazioni sul percorso da seguire. Inoltre i centri delle reti NARIC ed ENIC sono altri riferimenti per ottenere chiarimenti sulla libera circolazione di lavoratori e studenti nell’UE.
In Italia, il Dipartimento Politiche Europee del Consiglio dei Ministri è Punto Nazionale di Contatto, mentre il CIMEA (Centro di Informazione sulla Mobilità e le Equivalenze Accademiche) è punto di riferimento per il riconoscimento di titoli professionali e accademici italiani all’estero e per quelli esteri in Italia.