Lavorare all’estero: la mobilità professionale

Aumenta la percentuale degli italiani che hanno scelto di lavorare all’estero, un trend in crescita non solo tra i giovani: sempre più lavoratori, infatti, decidono di avere un’esperienza professionale in un altro Paese, principalmente europeo. Molte le iniziative volte ad agevolare il libero scambio e la mobilità dei cittadini in Europa.

Lavorare all’estero: un trend in crescita

Negli ultimi 10 anni, la tendenza a trasferirsi in un altro Paese comunitario per lavorare è cresciuta del 2,5%. Secondo il rapporto 2017 “Eu citizens in other Eu Member States” (“I cittadini europei negli altri Stati membri dell’Ue”), gli italiani tra i 20 e i 64 anni che hanno scelto di lavorare all’estero raggiungono il 3,1%, in aumento dello 0,7% rispetto al 2012. Per tutti loro e per tutti coloro che desiderano trasferirsi in un altro Paese euopeo per lavorare, la Comunità Europea stessa promuove e mette a disposizione fondi, programmi e iniziative per sostenere l’occupazione e la formazione.

EURES, la rete europea per lavorare all’estero

EURES, che sta per European Employment Services, è una rete dei servizi con l’obiettivo di migliorare l’occupazione, attraverso una maggiore mobilità dei lavoratori. Coordinata dalla Commissione europea, coinvolge tutti i 28 Paesi dell’UE più Svizzera, Islanda, Liechtenstein e Norvegia, conta su una rete di circa 1000 consulenti e agisce principalmente attraverso un portale che aiuta le persone in cerca di occupazione a trovare un impiego e i datori di lavoro ad assumere personale in Europa, mettendo a disposizione informazioni, orientamenti e servizi di reclutamento.
I servizi offerti da EURES sono gratuiti, sostengono i lavoratori in ogni fase della loro carriera e rispondono a qualsiasi domanda sulle modalità pratiche e sugli adempimenti necessari a regolarizzare la propria posizione nei Paesi comunitari.
Questo il link da seguire per iscriversi al Portale Europeo della Mobilità Professionale: https://ec.europa.eu/eures/public/it/homepage

EUROPASS, il passaporto per lavorare all’estero

Iniziativa fondamentale per migliorare la trasparenza delle qualifiche e per rendere comprensibile anche all’estero capacità e competenze di una persona: l’Europass non è un semplice formato di curriculum ma un vero e proprio portafoglio delle competenze.
È costituito da cinque documenti:

  • CURRICULUM VITAE, un formato standard, condiviso in tutti i Paesi aderenti, utile per presentarsi e introdurre le proprie qualifiche e competenze in modo chiaro;
  • PASSAPORTO DELLE LINGUE, allegato al CV, un’autovalutazione del proprio livello di conoscenza delle lingue.

Poi, altri tre documenti che vengono rilasciati da Enti autorizzati:

  • EUROPASS MOBILITÀ, registro delle competenze acquisite in un altro Paese, come lavoro in un’azienda, conoscenze acquisite nell’ambito di un programma di scambio, volontariato in una ONG;
  • SUPPLEMENTO AL CERTIFICATO, completa le informazioni contenute nel certificato ufficiale di chi ha svolto percorsi d’istruzione e formazione professionale, agevolandone la comprensione specie da parte di datori di lavoro o enti stranieri;
  • SUPPLEMENTO AL DIPLOMA, anch’esso esplicativo delle competenze e conoscenze acquisite dai possessori di titoli d’istruzione superiore.

Leggi anche il nostro articolo sull’Europass LAVORARE ALL’ESTERO: LA MOBILITÀ PROFESSIONALE