Il modello dell’Industria 4.0 si basa sull’uso delle tecnologie per connettere con il digitale le varie anime del mondo della manifattura e operare in un sistema omogeneo e coordinato, con obiettivi strategici comuni di business.
L’industria 4.0 o smart industry è considerata come la quarta rivoluzione industriale e richiede delle persone competenti, dotate di skill 4.0 a livello tecnico e manageriale. Di quali capacità e figure necessita quindi l’Industria 4.0? Cosa c’è di diverso rispetto ai profili già esistenti sul mercato del lavoro?
I lavori nell’industria 4.0
Prima di tutto c’è bisogno di persone in grado di utilizzare e gestire Big Data, Open Data, Internet of Things, Machine-to-Machine e Cloud Computing per la centralizzazione delle informazioni e la loro conservazione. Poi c’è l’importanza dell’analisi: raccolti i dati vanno interpretati e attuate strategie coerenti. Sarà necessario personale in grado di gestire l’interazione tra uomo e macchina, che coinvolge le interfacce “touch”, sempre più diffuse, e la realtà aumentata. Infine personale competente dovrà saper gestire la manifattura additiva, la stampa 3D, la robotica, le comunicazioni, le interazioni machine-to-machine e le nuove tecnologie per immagazzinare e utilizzare l’energia in modo mirato, razionalizzando i costi e ottimizzando le prestazioni.
Se da una parte l’automazione potrebbe eliminare parte del contributo umano, dall’altra parte il pensiero critico e la creatività non potranno scomparire: cambieranno competenze e abilità ricercate ma il problem solving rimarrà la soft skill più ricercata.
Le aree dell’Industria 4.0
Le aree che maggiormente si sono trasformate con l’Industria 4.0 e i principali settori di adozione finora sono 5:
- Fabbrica: trasformazione e assemblaggio di materie prime e componentistica;
- Supply Chain (gestione catena di distribuzione): reti collaborative in Cloud per un servizio migliore, più rapido e affidabile nei tempi di consegna;
- Product-Service Development: sviluppo e ricerca di nuovi prodotti e servizi, progettazione del ciclo di vita dalla produzione fino all’eventuale rilavorazione/riuso o riciclo;
- Integrazione tra IT (Information Technology) e OT (Operational Technology);
- Industrial Data Science: lo studio e l’utilizzo di dati provenienti da macchinari, dispositivi, clienti, social media e altre fonti per lo sviluppo di business.
Per ognuna di queste aree ci sono quindi differenti competenze da sviluppare:
- nell’ambito della Fabbrica/Operativo: miglioramento dei processi, pianificazione e coordinamento, gestione di risorse smart, tecnologie “accrescitive” e di processo, analisi dei dati, modellazione e simulazione;
- per la Supply Chain: innovazione di business, gestione smart, Computer Science & Data Analytics e utilizzo di piattaforme software;
- area di Product-Service Development: innovazione di prodotto-processo, progettazione smart, utilizzo di Digital&Virtual, ingegneria del servizio;
- nell’ambito IT-OT: allineamento IT-OT e business, architetture piattaforme e componenti, modellazione e simulazione, Embedded Computing-Comunicazione-Device Fisici-HMI, protocolli e standard, Cybersecurity;
- per l’Industrial Data Science: Data Architecture, Data Management, Computer Science, Data Analysis, Visualization e conoscenze di dominio.
Le competenze dell’Industria 4.0
In base alle analisi le prime 5 competenze per importanza dell’Industria 4.0 sembrano essere:
- applicazione Lean Manufacturing per Industria 4.0;
- gestione della Supply Chain digitale;
- cyber-security;
- manutenzione smart;
- organizzazione-lavoro-relazione uomo/macchina nell’Industria 4.0.
Oltre alle persone c’è anche da considerare il ruolo e la prospettiva delle aziende manifatturiere. Nella Legge di Bilancio 2018 è stato inserito il credito di imposta per la formazione “4.0” che il 60% delle imprese dichiara di aver usufruito. Invece solo il 12% del campione analizzato dichiara di coinvolgere attivamente il reparto Risorse Umane nel processo di digitalizzazione.