Addio al curriculum vitae scritto in favore del videocurriculum: le società di selezione del personale, secondo alcune ricerche statistiche, ricevono fino a 150 mila curricula in un solo mese. Certo, la statistica include anche utenti che possono inviare la propria candidatura più di una volta e per diverse posizioni. Ciò non toglie, tuttavia, che si tratti di una quantità molto elevata. Numeri altissimi che pongono diversi problemi come, ad esempio, gestione e costi da parte di chi li riceve, e di efficacia per chi li invia. Come è quindi possibile far emergere il proprio profilo in un vero e proprio mare magnum?
Le agenzie specializzate nel recruiting sono alla ricerca di soluzioni alternative e il videocurriculum è una di queste. Nel mondo digitale i video sono sempre più diffusi come forma di comunicazione, grazie alla rapidità con cui veicolano le informazioni e a un sempre maggiore numero di piattaforme che permettono di vederli in maniera snella, senza le lungaggini del passato. Qualunque smartphone, inoltre, è oggi in grado di realizzare video con una qualità elevata, così come qualunque computer dotato di webcam.
Il videocurriculum
Il videocurriculum non soppianta del tutto il CV cartaceo; esso può infatti essere inserito come link direttamente nel testo del curriculum o nella lettera di presentazione. Il videocv, tuttavia, è più veloce da visionare e permette di raccogliere informazioni più articolate rispetto al classico cv su carta: mostra, ad esempio, l’approccio del candidato, il suo modo di presentarsi e di parlare, il linguaggio verbale e non verbale. Per questo il videocurriculum può rivelarsi un’alternativa vincente: pochi minuti di video ben fatto possono influenzare positivamente il selezionatore, suscitando curiosità e interesse a essere rivisti o incontrati di persona.
Il videocurriculum è utile, in particolare, per profili legati al mondo della creatività, del marketing, e del commerciale, per lavori che richiedono doti comunicative e, ovviamente, per il mondo della moda e dello spettacolo. In ogni caso, se si decide di inviare il proprio videocv, i consigli sono di utilizzare un approccio professionale e adeguato alla posizione per la quale ci si candida, facendo attenzione alla luce, alla qualità dell’audio, a come ci si veste e all’ambiente in cui ci si trova.
Le piattaforme per i videocurriculum
Oltre al videocurriculum tradizionale, dove il candidato presenta se stesso, la propria esperienza lavorativa e le proprie competenze, sono nate piattaforme specializzate per videocv, come Face4job. Face4job è una sorta di videotalent, una selezione a step che avviene solo via video. Spinjob invece chiede di registrare 3 video di risposta a 3 domande specifiche, correlate alla posizione lavorativa aperta; ad esempio, chi si candida per un ruolo amministrativo dovrà rispondere a domande di natura economico-fiscale.
Un approccio come questo consente alle società che assumono di farsi un’idea più precisa del candidato in pochi secondi, senza per forza fissare un colloquio di persona. Allo stesso tempo, con questa metodologia, si riduce il numero di candidati che si propongono senza le competenze necessarie, scoraggiando eventuali tentativi alla cieca; difficilmente qualcuno improvviserebbe una registrazione se fosse già consapevole di non essere in grado di rispondere a domande specifiche.
Le perplessità e i dubbi sui videocurriculum riguardano le persone meno versatili nel digitale e nell’utilizzo di tecnologie, spesso comprese nelle fascia di età più prossima alla pensione e che cercando di riqualificarsi. Ci sono anche dei nodi da sciogliere riguardo alla privacy, che vertono sull’utilizzo del materiale raccolto alla fine del processo di selezione, sebbene vi siano leggi restrittive in merito.