NEET è l’acronimo per la frase inglese “Not in Education, Employment or Training”. In parole semplici, si tratta di giovani che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in alcuna formazione. Un fenomeno in crescita e che in Italia ha assunto tratti preoccupanti: dati Istat e Eurostat indicano che nel nostro paese circa il 25% dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni non studia, non lavora e non è impegnato in alcuna formazione, e che il tasso di NEET è superiore alla media europea.
Come si diventa NEET? Le cause di un fenomeno complesso
Quali sono le cause di questo fenomeno? Le ragioni dell’inattività giovanile sono molteplici e complesse:
- Difficoltà economiche: la crisi economica ha avuto un impatto significativo sulle famiglie, riducendo le opportunità di lavoro e di formazione per i giovani. Figli di una “recessione senza fine”, come li ha definiti l’economista Tito Boeri, i NEET si trovano spesso ad affrontare un mercato del lavoro saturo e competitivo, con scarse possibilità di inserimento.
- Disadattamento scolastico: il sistema di istruzione non sempre è in grado di rispondere alle esigenze dei ragazzi, che si ritrovano senza una formazione adeguata per il mondo del lavoro. Lacune in materie chiave come matematica e italiano, difficoltà di apprendimento e disinteresse verso la scuola possono portare i ragazzi ad abbandonare gli studi prematuramente, senza le competenze necessarie per accedere al mondo del lavoro.
- Mancanza di competenze: le aziende ricercano figure professionali con competenze specifiche, che spesso i giovani non possiedono. Le competenze digitali, ad esempio, sono ormai indispensabili per qualsiasi lavoro, ma molti ragazzi non le possiedono o non le hanno sviluppate adeguatamente. Inoltre, la scuola non sempre fornisce le competenze trasversali richieste dal mondo del lavoro, come Problem Solving, Teamwork e comunicazione.
- Demotivazione: sfiducia nel futuro, senso di inadeguatezza e mancanza di opportunità possono portare i ragazzi a disinteressarsi del lavoro e della formazione. Si crea un circolo vizioso: l’inattività porta all’isolamento sociale e alla demotivazione, che a sua volta rende ancora più difficile uscire dall’inattività.
Quali sono le conseguenze del fenomeno NEET?
L’inattività può avere conseguenze negative a livello individuale e sociale:
- Esclusione sociale: i NEET rischiano di rimanere isolati dalla società, perdendo opportunità di crescita e di sviluppo personale. L’isolamento può portare a depressione, ansia e bassa autostima, aggravando la situazione di inattività.
- Problemi psicologici: depressione, ansia e bassa autostima sono alcuni dei problemi psicologici che possono colpire i NEET. La sensazione di essere un peso per la famiglia e la società, unita alla frustrazione di non riuscire a trovare un lavoro, può avere un impatto negativo sulla salute mentale dei ragazzi.
- Precarietà economica: l’inattività porta a una situazione di precarietà economica, con difficoltà a raggiungere l’indipendenza economica. La dipendenza dalla famiglia può diventare un problema per i ragazzi, che si sentono frustrati e impotenti.
- Il circolo vizioso dell’inattività: spesso, le diverse cause si combinano in un circolo vizioso che rende difficile uscire dall’inattività. La mancanza di competenze e di esperienza lavorativa rende difficile trovare un lavoro, la demotivazione e lo scoraggiamento riducono la voglia di impegnarsi nella ricerca di un’occupazione o di una formazione, e l’isolamento sociale può aggravare la situazione.
- Costi per la società: l’inattività giovanile ha un costo elevato per la società in termini di perdita di produttività, aumento della spesa pubblica per welfare e sicurezza.
Come superare il fenomeno NEET? Sfide e opportunità per la generazione NEET
Il fenomeno NEET è un problema complesso che richiede un impegno multiforme da parte delle istituzioni, delle imprese e della società civile. È necessario intervenire sulle cause profonde del fenomeno e mettere in atto politiche efficaci per contrastare l’inattività giovanile e promuovere l’inserimento lavorativo dei giovani.
Ecco alcune delle politiche attive messe in campo dalle istituzioni per contrastare il fenomeno:
- Garanzia Giovani
- Reddito di cittadinanza
- Politiche attive del lavoro
- Investimenti nell’istruzione e nella formazione
- Promozione dell’inclusione sociale
I giovani, d’altra parte, devono impegnarsi dal loro stato di inattività. Anche se è un percorso complesso, è possibile seguirlo. Ecco alcuni consigli:
- Ricerca di lavoro: attivatevi nella ricerca di un lavoro, anche se si tratta di un lavoro a tempo determinato o di un tirocinio. Non abbiate paura di iniziare da lavori “piccoli” o di fare esperienze diverse. Accumulare esperienza lavorativa, anche in settori diversi da quello desiderato, è importante per il vostro curriculum vitae e per la vostra crescita personale.
- Formazione: la quota di NEET diminuisce con l’aumentare del livello di istruzione, pertanto acquisite nuove competenze o perfezionate quelle che già possedete. Sono disponibili numerosi corsi di formazione gratuiti o a pagamento, sia online che in presenza. Individuate le competenze richieste dal mercato del lavoro e scegliete corsi di studi e di formazione in linea con le vostre passioni e i vostri interessi.
- Servizi per l’impiego: iscrivetevi ai servizi per l’impiego della vostra zona per ricevere supporto nella ricerca di un lavoro o di una formazione. I servizi per l’impiego offrono diversi servizi gratuiti, come consulenze individuali, orientamento professionale, corsi di formazione e Job Posting.
- Volontariato: il volontariato può essere un’occasione per fare esperienza, acquisire nuove competenze e conoscere nuove persone.