L’idea di introdurre l’educazione all’imprenditoria nella scuola ha suscitato molto entusiasmo negli ultimi decenni, nella convinzione che ne possano derivare molteplici effetti positivi come la crescita economica, la creazione di nuovi posti di lavoro e una maggiore resilienza sociale.
Mettere in pratica questa idea, tuttavia, ci pone di fronte a sfide significative da affrontare per perseguire gli effetti positivi citati. La mancanza di tempo e di risorse, l’impreparazione degli insegnanti, le strutture scolastiche inadeguate sono alcune delle criticità da affrontare quando si parla di introdurre nella scuola l’educazione all’imprenditoria.
Formazione in ambito imprenditoriale: di cosa si tratta
Anche il concetto stesso di educazione all’imprenditoria non è inteso in maniera univoca: alcuni ipotizzano che gli studenti dovrebbero essere incoraggiati ad avviare la propria azienda, in un’accezione basata su una definizione piuttosto ristretta di imprenditoria, intesa come avviare semplicemente un’impresa. Per altri, invece, la questione non è limitata all’avvio di nuove organizzazioni, ma è ben più complessa. Si tratta infatti di rendere gli studenti più creativi, orientati alle opportunità, proattivi e innovativi, estendendo il concetto di imprenditoria a tutti i ceti sociali.
Denominatore comune tra questi diversi approcci è che tutti gli studenti possono e devono allenare la propria capacità di creare valore per altre persone. Questa è una competenza che tutti i cittadini dovrebbero possedere, indipendentemente dalla scelta professionale, e come tale è riconosciuta in ambito europeo.
Gli studenti possono motivarsi ed essere efficacemente coinvolti, creando valore per altre persone, grazie alle conoscenze che acquisiscono. I ragazzi che dimostrano un forte interesse e una specifica attitudine alla creazione di valore, potrebbero essere inseriti in un percorso strutturato in corsi e programmi incentrati sulla creazione di un’impresa. Un tale approccio ha implicazioni di vasta portata nella pianificazione, esecuzione e valutazione dei programmi di educazione all’imprenditoria nella scuola.
Educazione all’imprenditoria: quando iniziare
Quando iniziare a infondere nei giovani i concetti di imprenditoria? In teoria dovremmo iniziare in tenera età e già nella scuola primaria. Con il crescere, i ragazzi dovrebbero poter approfondire, con corsi di studi sempre più specifici ed un approccio più incentrato sulle imprese, lavorando su una definizione più ristretta di imprenditorialità.
Nella realtà dei fatti però tutto questo non avviene. Anche a livello di scuola superiore non c’è mai stata un’integrazione con le altre materie d’insegnamento.
Come rendere gli studenti più “imprenditoriali” è una delle domande alla quale è complicato dare una risposta. Molti ricercatori affermano che l’unico modo per creare nelle persone un atteggiamento imprenditoriale è applicare il cosiddetto metodo ”imparare facendo le cose”, anche se poi bisogna capire come metterlo concretamente in pratica.
Vi è accordo sul fatto che lasciare che gli studenti lavorino in team interdisciplinari e che interagiscano con persone al di fuori della scuola o dell’università è un metodo efficace per sviluppare negli studenti competenze imprenditoriali, mettendo in atto un’attività basata sull’apprendimento esperienziale.
Panoramica sugli altri Paesi europei
Nei rapporti dell’Unione Europea si evidenzia come, nel nostro Paese, manchi ancora una vera strategia capace di sviluppare negli studenti tutte quelle abilità, competenze e conoscenze fondamentali per affrontare un mercato del lavoro divenuto sempre più difficile e complesso, in un quadro economico nazionale depresso che deve fare i conti con una cronica mancanza di crescita.
L’UE sostiene l’educazione all’imprenditoria come elemento base per aumentare la competitività e la crescita dei Paesi.
In una visione a lungo termine l’educazione all’imprenditoria, intesa come acquisizione di abilità manageriali, di una mentalità focalizzata sul fare, sull’ottenimento di risultati e sulla creatività, dovrebbe essere impartita in tutti i gradi di istruzione, a partire dalla scuola primaria.
Infondere i princìpi di una mentalità imprenditoriale è un lavoro che dovrebbe iniziare fin dai primi anni di scuola, trasmettendo da subito concetti come quello della responsabilità, della programmazione, del rischio d’impresa, del problem solving, del fare squadra, dello sviluppo di idee da trasformare in progetti. Sviluppare mentalità e competenze imprenditoriali è importante per fronteggiare un’economia e un mercato del lavoro divenuti mutevoli e complessi, nei quali i giovani fanno grande fatica ad emergere.
Con l’acquisizione di competenze imprenditoriali, utili peraltro anche nell’ambito del lavoro dipendente, i giovani hanno la possibilità di affrontare le proprie criticità e di realizzare le proprie ambizioni.
Attualmente in Europa poco più di una decina di Paesi hanno definito una strategia di educazione all’imprenditoria con un percorso chiaro ed efficace. Altri Paesi, come l’Italia, invece non ce l’hanno proprio. Si tratta di un grande problema perché senza una strategia al riguardo il Paese non potrà mai integrare nel sistema scolastico un’efficace educazione all’imprenditoria.
In Italia viene svolta qualche iniziativa in tal senso solo negli istituti superiori. Gli istituti tecnici sono tra i pochi a promuovere l’educazione all’imprenditoria ma sempre inserita in programmi del tutto sganciati dal tradizionale insegnamento. Inoltre la cosiddetta “alternanza scuola-lavoro” sembra che non stia dando i risultati sperati, restituendo risultati molto disomogenei sul territorio.
Sono i Paesi del Nord Europa quelli che hanno adottato nelle scuole i programmi di imprenditoria più strutturati ed efficaci, puntando sulla progettualità, sull’innovazione, sul mettere in pratica una strategia, sul trasmettere la giusta mentalità. Si dovrà prendere quindi a modello quanto fatto da quei Paesi per strutturare una strategia di educazione all’imprenditoria davvero valida.
Un punto certo esiste: l’educazione all’imprenditoria sarà tanto più efficace quanto più i relativi programmi d’insegnamento saranno inseriti come materia obbligatoria fra le altre discipline. L’imprenditoria non dovrebbe essere una semplice materia opzionale o trasversale. A questo proposito, come abbiamo già anticipato, deve essere pensata e attuata una vera e propria strategia per fare educazione all’imprenditoria, una strategia che deve essere monitorata per anni, finanziata opportunamente sia con fondi europei che con risorse interne. Naturalmente andrebbero valutati anche i risultati oggettivamente raggiunti nell’apprendimento.
La formazione degli insegnanti
Il tema dello sviluppo di competenze imprenditoriali nei giovani riguarda anche gli insegnanti, visto che hanno una grande autonomia in questo ambito e non hanno particolari metodologie di insegnamento.
I migliori risultati nell’educazione all’imprenditoria li ottengono quei Paesi che usano la metodologia d’insegnamento del fare: fanno fare esperienze lavorative al di fuori della scuola, ad esempio facendo progettare una piccola azienda o facendo partecipare gli studenti a un lavoro a progetto. Da questo deriva che, se davvero il Paese vuole attuare una strategia per educare all’imprenditoria, non si può prescindere dalla formazione per gli insegnanti.
Se il nostro Paese intende erogare formazione di alta qualità agli studenti, serviranno agli insegnanti dei corsi specifici, magari tenuti da enti o da organizzazioni che si occupano in maniera specifica di formare professionisti in ambito imprenditoriale.