I datori di lavoro, aventi contratti di natura privata, versano a favore della formazione un contributo mensile pari allo 0,30% di tutto l’imponibile contributivo. Si tratta di un contributo obbligatorio e totalmente a carico dell’azienda la quale, senza alcun aggravio, può fare domanda all’INPS affinché trasferisca tale contributo ad un Fondo Interprofessionale.
Chi può aderire ai Fondi Interprofessionali?
Come già anticipato, le aziende hanno la possibilità di finanziare la loro formazione continua grazie allo 0,30% che l’INPS trasferirà al Fondo stesso. Tutti i datori di lavoro sono tenuti al versamento del contributo obbligatorio dello 0,30%.
Le seguenti figure professionali sono incluse nella formazione finanziata:
- Lavoratori dipendenti appartenenti al settore privato
- Soci delle cooperative con contratto di lavoro subordinato
- Operai
- Operai agricoli
- Impiegati
- Apprendisti
- Quadri
- Dirigenti
- Lavoratori delle ex aziende di Stato e delle imprese municipalizzate
- Categorie di lavoratori per i quali si versa la Naspi
- Lavoratori del comparto dello spettacolo (artistico, teatrale, cinematografico) con contratto di lavoro subordinato
Sono esclusi dalla formazione finanziata i lavoratori della Pubblica Amministrazione.
Se un datore di lavoro non versa i suoi contributi ad un Fondo interprofessionale, i soldi del contributo non restano in azienda. Il datore di lavoro è comunque tenuto a pagarlo all’INPS.
Il 50% del contributo viene versato al fondo di rotazione per la formazione professionale, la restante quota viene versata al fondo per l’occupazione e la formazione.
Fondi interprofessionali: in che modo viene finanziata la formazione?
La formazione avviene tramite le seguenti forme di finanziamento:
- Avvisi, ovvero bandi alle quali le imprese possono partecipare presentando un progetto formativo, da sole o anche in gruppo. Una commissione valuta il progetto, il quale, se valido e raggiunge il punteggio richiesto, viene approvato e finanziato. Naturalmente le possibilità di finanziamento dipendono esclusivamente dalla bontà e dalla qualità del progetto formativo presentato.
- Conto formazione aziendale, mette a disposizione dell’impresa i contributi accantonati, rendendoli direttamente fruibili. Per l’impresa è sufficiente presentare al Fondo Interprofessionale un progetto formativo, occupandosi anche di tutti gli aspetti burocratici.
- Conto formazione di gruppo o di Rete, più imprese possono aggregarsi dando mandato ad un capofila di redigere un progetto e di occuparsi di tutti gli aspetti burocratici. Le imprese in questo modo non devono occuparsi degli adempimenti vari e i corsi possono avviarsi velocemente.
- Voucher, consente all’azienda di far partecipare un suo dipendente ad un corso di formazione presente nel catalogo del Fondo Interprofessionale. L’azienda stessa deve fare richiesta al Fondo.
Quali sono i vantaggi offerti da un Fondo Interprofessionale?
Grazie all’adesione ad un Fondo Interprofessionale, l’azienda può accedere a programmi di formazione settoriale, territoriale oppure aziendale, a piani formativi stabiliti singolarmente oppure coordinandosi e confrontandosi con altre aziende.
Il datore di lavoro può attivare programmi formativi individuali sulla base di specifiche esigenze interne.
Alcuni Fondi Interprofessionali, come Fon.Dir, Fondirigenti e Fondo Dirigenti PMI sono esclusivamente dedicati ai dirigenti, mentre altri come Fon .Ar.Com e Fon Coop prevedono l’adesione sia di operai, impiegati e quadri, sia di dirigenti.
Per mezzo dei Fondi Paritetici Interprofessionali, il datore di lavoro può recuperare una parte dei contributi previdenziali che versa per alimentare la formazione dei propri dipendenti.
I Fondi Paritetici Interprofessionali offrono l’opportunità di finanziare la maggior parte della formazione anche per le aziende medio-piccole.
Come scegliere un Fondo Interprofessionale?
La scelta di un Fondo piuttosto che di un altro è estremamente importante ed, in via generale, dipende dal settore di appartenenza e dal tipo di contratto applicato ai dipendenti.
Non esiste un fondo migliore di tutti. Ma esiste il Fondo più indicato per una specifica azienda.
Ci sono diverse variabili da prendere in considerazione, come le specifiche esigenze formative dell’impresa, le sue dimensioni, la velocità con la quale i corsi vengono attivati, la tipologia di finanziamento che il fondo prevede.
Alcuni Fondi finanziano solo gli avvisi, cioè pubblicano esclusivamente bandi e non prevedono il Conto Formazione Aziendale. Altri Fondi, invece, pubblicano pochi bandi, per cui l’accesso alla formazione finanziata per alcune imprese potrebbe essere davvero difficile.
Ad esempio, per un’azienda con più di 35 dipendenti sarebbe conveniente aderire a Fondimpresa al fine di beneficiare del Conto Formazione aziendale.
Un’impresa con meno di 35 dipendenti avrebbe maggiori benefici aderendo a Fonditalia, perché potrebbe sfruttare il Conto aggregato per pagare la formazione, compresa quella obbligatoria relativa alla sicurezza.
È fondamentale affidarsi ad un valido consulente in grado di orientare opportunamente l’azienda verso il Fondo Interprofessionale più indicato alle sue specifiche esigenze formative.
Cosa sono i Fondi Paritetici Interprofessionali?
I Fondi Paritetici Interprofessionali sono stati istituiti con la Legge 388/2000. Si tratta di organizzazioni alle quali partecipano le parti sociali dei datori di lavoro e le organizzazioni sindacali. Hanno l’obiettivo di agevolare e finanziare la formazione professionale dei lavoratori appartenenti al settore privato, aumentandone le competenze.
Naturalmente, un’azienda per accedere alla formazione finanziata deve obbligatoriamente essere iscritta ad un Fondo.
I Fondi coprono tutti i settori lavorativi e qualsiasi tipologia di CCNL. L’adesione ad un Fondo da parte di un’azienda è completamente gratuita e revocabile e può essere fatta mediante denuncia aziendale del Flusso Uniemens. Ogni Fondo ha un particolare codice che deve essere indicato nel modello Uniemens, nell’apposita sezione.
L’azienda ha anche la possibilità di revocare la propria adesione e di aderire ad un altro fondo, sempre facendo denuncia tramite Flusso Uniemens. In caso di spostamento da un fondo all’altro, può essere trasferito il 70% dei versamenti maturati, affinché:
- l’importo da trasferire sia pari ad almeno 3.000 euro
- non si tratti di una piccola o micro impresa
- si comunichi la revoca al precedente Fondo entro 120 giorni e si faccia richiesta di trasferimento dei fondi