Viviamo in un’epoca in cui le nuove tecnologie, essendo in continua evoluzione ed entrando stabilmente a far parte del mondo del lavoro, stanno ponendo fortemente l’accento sull’importanza dell’alfabetizzazione digitale. Che si tratti di analizzare fogli di calcolo, utilizzare immagini satellitari per la mappatura di un terreno o collaborare a progetti online, chiunque oggi deve possedere buone competenze che gli consentano di operare in autonomia nel mondo del lavoro.
“L’alfabetizzazione digitale è un elemento chiave alla base della capacità di comunicare e trovare risposte alle domande che vengono poste”, ha affermato Dora Kingsley Vertenten, professoressa e coordinatrice del Master in amministrazione pubblica presso l’Università della California meridionale. Qualsiasi professionalità deve essere consapevole, di conseguenza, del fatto che piani e progetti che si fanno oggi non saranno più validi fra 10 o solo 5 anni perché il mondo del lavoro spinge sempre di più verso una maggiore efficienza ed automazione dei processi.
Come siamo messi in Italia con l’analfabetismo digitale?
Purtroppo l’Italia è al quart’ultimo posto in Europa per alfabetizzazione digitale: il 31% degli Italiani non utilizza Internet. Una ricerca Ocse rivela che solamente il 21% degli Italiani ha un grado di alfabetizzazione digitale sufficiente. Questo problema si riverbera anche nel mondo delle imprese, visto che solo l’8% di queste fa commercio elettronico e ben il 40% dei dipendenti privati, non utilizza correttamente software diffusi come Office, CMS e CRM aziendali.
Questa è una criticità enorme per il nostro Paese, tanto che si dovrebbe parlare più verosimilmente di analfabetismo digitale diffuso. Il problema è amplificato dal fatto che le ripercussioni sono a livello personale, economico, politico e addirittura sanitario. La Pandemia tuttora in corso ha evidenziato queste carenze digitali, costringendo il Paese a fare i conti con gravi ritardi.
L’Italia, nel giro di pochi giorni, si è trovata così a doversi attrezzare per il telelavoro, per la didattica a distanza e per cercare di migliorare la connettività in parecchie aree del Paese. Tutto ciò sta accelerando il processo di innovazione digitale e sta aprendo gli occhi sulla necessità di aprirsi al cambiamento.
Le cause dell’analfabetismo digitale
Sono diverse le cause dell’analfabetismo digitale in Italia. Una parte molto cospicua di italiani ha un’avversione conclamata nei confronti del digitale, specialmente nella popolazione in età più avanzata. In secondo luogo l’analfabetismo funzionale, purtroppo diffusissimo in Italia, fa da ostacolo ad un approccio consapevole al digitale. Possiamo certamente dire che anche la politica non ha aiutato molto nel corso degli anni, non manifestando la volontà di migliorare le infrastrutture.
Pochissimi fondi sono stati stanziati e si sta facendo troppo poco sugli investimenti significativi per sganciare il Paese dall’analogico. Per questo ancora troppe zone del Bel Paese non sono raggiunte da Internet o hanno una scarsissima qualità del servizio.
In ultimo, i costi piuttosto alti dei device come pc e tablet, ma anche quelli per l’accesso ad Internet, hanno frenato non di poco la digitalizzazione.
Le conseguenze di una scarsa cultura digitale
L’analfabetismo digitale comporta innanzitutto una mancanza di competitività rispetto ad altri Paesi. Ci riferiamo, in particolar modo, alla mancanza di competitività nel mondo del lavoro ed in quello delle imprese.
Esiste una correlazione fra la scarsa preparazione dei nostri giovani nelle materie digitali e la difficoltà delle aziende a trovare determinati profili professionali con buone competenze digitali. Questa criticità si riflette di conseguenza nella produzione, con mancanza di competitività delle aziende italiane sui mercati internazionali.
Anche sul piano sociale, nella vita di tutti i giorni, le conseguenze di questo analfabetismo digitale hanno un certo impatto. Si perdono molte ore negli uffici pubblici per presentare o ritirare un semplice documento, file estenuanti per fare un bonifico in banca oppure per chiedere un’informazione ad uno sportello pubblico. La verità è che il Paese è ancora troppo analogico e c’è un’immediata esigenza di sviluppare una mentalità più aperta ed al passo con gli altri Paesi europei.
Occorre un grande lavoro di sensibilizzazione e di formazione. Risulta necessario far comprendere e far utilizzare strumenti come l’home banking, i motori di ricerca ed i portali istituzionali per i servizi di pubblica utilità come la sanità o la scuola. Quest’ultimo punto è davvero importante perché con la pandemia è emerso il grave ritardo con il quale il nostro sistema scolastico ha reagito, in moltissimi casi in maniera non efficace, utilizzando strumenti e risorse non sufficienti a garantire una buona didattica per milioni di studenti.
Come migliorare la nostra situazione?
Certamente l’aver preso consapevolezza del grave gap che ci separa dagli altri Paesi europei è già un passo avanti. Nel corso dei prossimi anni sarà necessario accelerare i tempi, digitalizzare la scuola, migliorandone le infrastrutture di rete e la preparazione del personale docente. Servirà poi approntare piani di formazione per i dipendenti delle aziende private ma, soprattutto, dei dipendenti pubblici.
Per i cittadini un’idea potrebbe essere quella di finanziare corsi di formazione in ambito digitale. Queste iniziative sarebbero molto utili per tutte quelle categorie di soggetti, come anziani e disoccupati, che altrimenti verrebbero tagliati fuori rispettivamente dal sociale e dal mondo del lavoro.
La formazione a distanza
La formazione a distanza, in quest’ottica, costituisce per gli studenti uno strumento efficace per sviluppare le loro abilità. Un corso online, in un progetto di formazione a distanza, può migliorare l’alfabetizzazione digitale.
Internet annulla ogni confine e l’apprendimento a distanza è destinato a sconvolgere il paradigma tradizionale dell’istruzione. La tecnologia colma gli spazi fisici tra insegnanti e studenti: la formazione a distanza è entrata già a far parte della scuola italiana così come dei programmi formativi di tante istituzioni sia pubbliche che private.
I vantaggi della formazione a distanza
La didattica in presenza consente agli insegnanti e agli studenti di relazionarsi in maniera molto autentica. Spesso questa modalità di formazione offline si traduce in un forte rapporto e in capacità di comprensione reciproca. Tuttavia esistono una serie di vantaggi anche nella formazione a distanza, quali:
- Flessibilità: gli studenti possono scegliere quando, dove e come seguire le lezioni scegliendo l’ora, il luogo e il mezzo per collegarsi. Coloro che hanno invece la necessità di collegarsi direttamente ed in tempo reale con gli insegnanti, possono farlo in videoconferenza. Ma per gli studenti che hanno già un’attività lavorativa, un programma di studio online da seguire negli orari più confacenti è la soluzione ideale.
- Facilità d’accesso: a causa delle distanze o della disabilità, alcuni studenti non hanno accesso alle strutture formative o didattiche. I software ed i vari programmi utilizzati nella didattica a distanza offrono così ad ogni studente l’opportunità di apprendere e migliorarsi, rimanendo a casa.
La formazione da remoto apre nuovi orizzonti anche nell’ambito dell’istruzione in campo internazionale. Le principali università e scuole professionali in tutto il mondo offrono ora titoli di studio, certificati e qualifiche professionali riconosciuti a studenti di tutte le età. - Costi minori: grazie soprattutto alla natura scalabile dell’apprendimento digitale, la formazione a distanza sta riducendo i costi dell’istruzione. I diplomi online stanno diventando sempre più diffusi. Ci sono persino università online accreditate che abbattono le costose spese generali delle infrastrutture, garantendo formazione continua a costi molto più accessibili. Gli stessi istituti offrono entrambi i tipi di didattica, in presenza ed online, ma i costi sono decisamente diversi.
Cosa cercare in un corso di formazione a distanza
Esistono alcuni aspetti da tenere in considerazione in un corso di formazione a distanza, affinché se ne possa trarre il massimo profitto. Ne elenchiamo alcuni:
- Facilità d’uso: la semplicità è la chiave di tutto. Qualsiasi programma adottato, sia per insegnare che per imparare, dovrebbe essere di facile utilizzo. Ciò significa avere a disposizione un’interfaccia chiara e una serie di funzionalità essenziali come una lavagna digitale, la condivisione dei file, la registrazione dello schermo.
- Programma: è un fattore importante da considerare quando si sceglie un corso. È un corso sincrono o asincrono? Ci sono scadenze o no? Quanto tempo hai per completare l’intero corso?
L’istruzione a distanza non è la panacea per risolvere il grave problema italiano dell’analfabetismo digitale. La didattica e la formazione in presenza, infatti, avranno sempre la loro importanza e il ruolo principale. Allo stesso tempo l’apprendimento a distanza può esprimere un potenziale finora inutilizzato. Maggiore flessibilità, nuovi stili di insegnamento e di comunicazione. Sembra oramai che il futuro della didattica sarà tanto diverso nei tempi, nei luoghi e nelle modalità in cui verrà erogata la formazione.