Si sente spesso dire che per imparare qualcosa, in particolare un lavoro, è importante sporcarsi le mani e fare esperienza. Si sa che spesso l’esperienza del tirocinio però può deludere perché non sempre si ha modo di affrontare tutte le dinamiche che ci si aspettava. Tuttavia, resta un momento essenziale sia per l’azienda che per il tirocinante, il quale avrà modo di attuare una vera e propria formazione.
I tirocini aziendali possono essere svolti da disoccupati e inoccupati, beneficiari di sostegno al reddito, lavoratori impiegati part-time che, però, devono essere cittadini appartenenti all’Unione Europea o extracomunitari con regolare permesso di soggiorno.
Il tirocinio è un percorso formativo che si tiene all’interno di un ambiente lavorativo, e che permette a chi lo fa di acquisire competenze professionali. Alla base c’è un progetto formativo individuale (PFI) stabilito da soggetto promotore, soggetto ospitante e tirocinante, rivolto a definire i target e i modi con cui si intendono raggiungere gli obiettivi. Uno degli scopi principali è favorire l’inserimento lavorativo e consentire una conoscenza diretta del mondo del lavoro.
Va ricordato, però, che non si tratta di un rapporto di lavoro vero e proprio; non è infatti previsto un versamento di contributi per la pensione, bensì l’erogazione di una indennità di partecipazione variabile.
Tirocinio extracurriculare
I tirocini extracurriculari possono durare da un minimo di 2 ad un massimo di 6 mesi. Per alcune categorie, come ad esempio persone con diverse abilità al lavoro, persone svantaggiate, titolari di permesso di soggiorno rilasciato per motivi umanitari, ed altre categorie elencate nella DGR 09 agosto 2017 n. 533, il tirocinio può arrivare fino a 12 o 24 mesi. Se i soggetti ospitanti svolgono attività stagionali, invece, la durata minima della formazione è di un mese. Per gli studenti la durata può variare tra i 14 giorni e i 3 mesi quando il tirocinio viene attivato durante il periodo estivo.
I soggetti ospitanti possono attivare un numero di tirocini extracurriculari in numero proporzionale al proprio organico. Il tirocinante, tuttavia, deve essere iscritto alla banca dati presso un centro per l’impiego.
Tirocinio curriculare
I tirocini curriculari in azienda sono invece promossi da università, istituzioni scolastiche, centri di formazione convenzionati, e prevedono lo svolgimento del tirocinio all’interno di un percorso di studi, quindi coerentemente con il corso svolto. In questo caso non intervengono i centri per l’impiego, ma direttamente gli istituti formativi, le scuole o le università.
Come funziona un tirocinio
Il tirocinio viene attivato attraverso una convenzione tra il soggetto proponente e l’azienda. In un tirocinio curriculare il progetto formativo è parte integrante della convenzione. Solitamente il tirocinante è assistito in azienda da un tutor a cui può rivolgersi sia per eventuali difficoltà che per approfondire certi argomenti. Al termine del tirocinio, viene rilasciato un documento che descrive le attività svolte e le competenze acquisite.
I benefici del tirocinio e della formazione in azienda
Attraverso il tirocinio uno studente può avere la possibilità di vivere di persona alcune dinamiche professionali, soddisfare delle curiosità o colmare delle lacune. Chi si affaccia al mondo del lavoro per la prima volta può accumulare esperienza e contatti, creando così una proficua rete di network professionale. Allo stesso tempo, le aziende possono valutare eventuali risorse umane da inserire in futuro e raccogliere stimoli utili provenienti da persone giovani e con un punto di vista esterno.